Trapianto di capelli in Turchia: la vacanza che mi ha cambiato la vita

Se ti stai chiedendo come mai un’agenzia viaggi ti propone un trapianto di capelli in Turchia, sei sulla pagina giusta e magari leggendo questa storia potrai schiarirti le idee, magari prendere un po’ più alla leggera questa esperienza e convincerti una volta per tutte a risolvere il tuo problema di calvizie.

Sono Marcello Martiriggiano e questa che sto per raccontarti è la storia di come una vacanza mi ha cambiato la vita.

Era il 2012, periodo del boom turistico in Salento, e – appena ventottenne – gestivo decine di alloggi vacanze disseminati per tutta la provincia di Lecce. Trascorrevo le giornate in auto, tra Torre dell’Orso, Ugento, Porto Cesareo… Tutto per cercare di risolvere i continui problemi che mi venivano segnalati dagli ospiti delle case di cui mi occupavo, dovuti alla scarsa manutenzione degli immobili da parte dei proprietari.

A fine stagione avevo accumulato un fortissimo stress, ma il gioco valeva la candela: le richieste erano costanti e crescenti e le strutture ricettive poche, perciò i turisti, pur di concedersi un tuffo nel mare di Gallipoli, si accontentavano anche di soggiornare in una bettola.

Un pomeriggio di metà settembre informo Giudi, la mia compagna, che la stagione era agli sgoccioli e che era arrivato finalmente il momento di programmare le nostre vacanze. Ci piaceva l’idea di scoprire un posto insolito, fuori dai circuiti del turismo di massa: chiedevamo solo relax e un pizzico di avventura.

Starai quindi pensando che la meta da noi designata sia stata la Turchia, vero? Ebbene, non è così!

Decidiamo di trascorrere le agognate ferie in Georgia, ma per raggiungerla avremmo dovuto fare scalo a Istanbul e attendere 18 ore per il volo successivo. Ci mettiamo quindi in contatto con Merve, una cara amica turca che lavora in agenzia viaggi e che ci aiuta a prenotare un hotel a 5 stelle a un ottimo prezzo e ci organizza un breve tour della città.

È ottobre: le vacanze sono alle porte e miei capelli continuano a cadere.
Purtroppo è dall’adolescenza che mi porto dietro la paranoia – poi concretizzatasi – dell’alopecia. Mio padre è calvo da quando lo conosco e ho sempre temuto che lo stesso sarebbe capitato a me. Perciò ho costretto per anni mia madre a portarmi da specialisti per tentare di prevenire in qualche modo la calvizie, ma nessuno di loro è stato in grado di consigliarmi soluzioni concrete.

Si parte! Il 20 ottobre atterriamo a Istanbul e troviamo Merve ad attenderci. Con lei visitiamo l’affascinante zona di Sulthanamet e dopo cena ci salutiamo, poiché il giorno dopo Giudi e io saremmo volati verso Tbilisi, la capitale della Georgia.

La mattina della partenza stiamo facendo colazione nel nostro hotel, quando la mia attenzione viene attirata da un uomo rasato con evidenti croste sparse per tutta la superficie del cranio. Non era una vista per niente piacevole, quindi domando alla mia compagna cosa avesse fatto quell’uomo per ridursi la testa in quello stato.

“Ovvio, ha fatto il trapianto di capelli”.

Come al solito Giudi ci aveva preso, ma io non ero per niente convinto e quindi decido di alzarmi e andare a chiedere direttamente all’interessato.

Il signore è un uomo distinto ed elegante, che dovrebbe anche mettermi un po’ in soggezione, ma io ho ancora addosso l’incoscienza dei vent’anni e senza farmi alcuno scrupolo gli domando cosa gli fosse successe alla testa.

La reazione dell’uomo è del tutto inaspettata: non solo mi spiega tranquillamente che sì, si è appena sottoposto a un trapianto di capelli, per cui è venuto direttamente da Dubai, ma che se volevo potevo seguirlo alla clinica per reperire informazioni sull’operazione, giacché lui si stava dirigendo proprio lì per la medicazione post operatoria.

Senza pensarci due volte Giudi e io seguiamo l’uomo in taxi verso la clinica, certi che sarebbe stata una tappa veloce prima di recarci in aeroporto. Non avrei mai potuto immaginare cosa sarebbe successo dopo.

In clinica veniamo accolti dal manager, Ali, a cui il signore di Dubai dice che voglio ricevere un trapianto di capelli. Io tentenno, rispondo che voglio solo dare un’occhiata. Ali mi dà una pacca sulla spacca e mi chiede di seguirlo.

Giudi a quel punto mi lancia un’occhiata preoccupata, ma poi si accomoda in sala d’aspetto dove c’erano solo uomini arabi con la testa simile al quella dell’uomo di Dubai.

Seguo Ali all’interno della clinica e quello che vedo già mi piace: lo sguardo del personale mi sembra quello di gente onesta e che sa quello che fa.

Il medico mi visita e mi comunica subito che sono il candidato ideale per il trapianto: ho un’ottima zona donatrice e il risultato che avrei potuto ottenere sarebbe stato, a suo dire, fantastico. A essere sincero, in un primo momento, ho pensato che il dottore fosse un mezzo truffatore. Ma poi guardandolo negli occhi mi sono accorto che avevo di fronte una persona di cui potevo fidarmi. Decido quindi di fissare una data per il trapianto, e la sua risposta mi basisce.

Se vuoi, possiamo fare l’operazione adesso”.

In quel momento un milione di dubbi si sono fatti largo nella mie mente: il volo, le vacanze, il non sentirmi pronto. Infine, guardo il medico e dico: “OK, accetto!

A quel punto passo dall’amministrazione, contratto un prezzo conveniente e corro in sala operatoria senza ulteriori indugi, fiducioso che avrei potuto riavere finalmente i miei capelli.

Il personale avvisa Giudi della mia scelta e lei ne è terrorizzata, purtroppo non posso scriverle né telefonarle per rincuorarla, poiché non ho con me il cellulare. Giudi è preoccupata che mi stiano sottoponendo a qualcosa di illegale e se fosse stata capace avrebbe certamente chiamato il consolato Italiano. Per fortuna,  all’epoca non parlava ancora molto bene l’italiano (Giudi è di nazionalità Ceca) e quindi non lo fece!

La mia operazione dura diverse ore e all’uscita dalla sala operatoria è già buio.
Riabbraccio la mia compagna che, stranamente, non è arrabbiata ma felice e sollevata di rivedermi sano e salvo. Le prometto che la vacanza non sarebbe finita lì e che saremmo partiti per Tblisi il giorno successivo.

Solo dopo anni ho scoperto che l’equipe che mi ha operato era ferma in sala operatorio ad aspettare l’arrivo di un paziente arabo, che per un motivo sconosciuto aveva deciso di non operarsi più.

Il giorno dopo ritorno in clinica per la medicazione e il dottore si complimenta per la buona riuscita dell’operazione e mi chiede da dove vengo. Rispondo che sono italiano e lui replica che sono il suo primo cliente europeo. Poi il dottore mi domanda che lavoro faccio e io gli racconto dell’agenzia di viaggi. Lui allora mi dice: “Beh, allora potrai aiutarmi a portare altri italiani qui”.

Ed è così che tutto ebbe inizio.

Prima di andare via dalla clinica prendo del materiale informativo con la promessa che avrei riflettuto sulla proposta del medico, ma in realtà ero molto scettico che qualcun altro potesse avere una tale incoscienza da affidarsi a una clinica turca per un trapianto di capelli.

La vacanza continua. Partiamo per Tblisi e io sono in piena fase post-trapianto. Ricordo ancora lo sguardo preoccupato dei georgiani che davanti al mio scalpo arrossato ed escoriato credevano di trovarsi di fronte un malato cronico. Ma io non me ne preoccupo più di tanto, il mio unico pensiero è di trascorrere una piacevole vacanza, anche se la proposta del medico turco non fa che tornarmi in mente.

La prima notte a Tbilisi è terribile. La testa comincia a gonfiarsi e il prurito è sempre più irritante, inoltre gli antibiotici e il cortisone mi provocano un’insonnia che non mi fa chiudere occhio. Mi viene un po’ d’ansia poiché non ho con chi confrontarmi per valutare la gravità del gonfiore. Mia moglie dorme già da un pezzo e io mi rigiro nel letto senza pace. Poi mi ritorna in mente lo sguardo del dottore di Istanbul e decido di leggere il materiale informativo che avevo portato dalla clinica e scopro delle cose parecchio interessanti.

Accendo il portatile e mi metto su Google Italia a reperire informazioni sul trapianto di  capelli in Turchia: lo zero assoluto. Non esistono forum, nessun caso noto e non ci sono nemmeno gruppi su Facebook. Ritento la ricerca con le stesse parole chiave in inglese e trovo poca roba, mi imbatto per lo più in siti in arabo o turco. 

Improvvisamente mi viene un’illuminazione. Prima di tutto cerco un sito provider di domini e acquisto dei domini con le parole chiave “trapianto capelli Turchia”. Mi informo su tutti i risvolti legali e noto che non ce ne sono, inoltre grazie ai miei studi in economia riesco a comprendere se il progetto sia fattibile o meno. A quel punto mi metto a scrivere, scrivo tanto e mando una mail al mio ufficio in Italia in cui racconto cosa mi è successo in Turchia e riporto dei testi per una potenziale pagina web per la vendita di un pacchetto di viaggio per Istanbul, comprensivo di trapianto di capelli.

Nel frattempo sono ancora in Georgia e i georgiani continuato a lasciarmi il posto sui mezzi pubblici credendo che sia affetto da qualche rara patologia. La vacanza nonostante tutto prosegue bene, tra avventure in luoghi sperduti del Caucaso, buon cibo e incontri inaspettati. Con il passare dei giorni le croste sul mio cranio sono sempre più dure e secche e al termine del viaggio rientro a Praga con la mia amata, che mi aiuta nei lavaggi giornalieri della testa.

Ti ricordi della mail che avevo spedito ai miei colleghi la notte in cui non riuscivo a prendere sonno? Ebbene, nonostante in un primo momento debbano avermi creduto pazzo, hanno deciso di darmi retta e di creare il nostro primo sito: www.capelli-trapianto.com
Da questo sito arriveranno poi www.trapiantocapelli.it e www.trapiantocapelliturchia.it

Nel momento in cui Google indicizza il portale la mia vita comincia a cambiare: il telefono squilla sempre più spesso, i primi avventori chiamano e io, in maniera del tutto genuina, racconto loro la mia esperienza a Istanbul. La gente comincia a fidarsi della mia storia e riesco a ottenere i primi clienti. Torno subito a Istanbul per firmare un contratto di esclusiva con la clinica che mi ha operato: ancor prima di vedere il risultato promesso sulla mi testa, mi rendo conto della loro professionalità e delle potenzialità di questo lavoro.

Da quel momento in poi, grazie al supporto di amici e parenti, comincio a guardare oltre i confini nazionali e il business si espande: Aratravel arriva in Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Brasile e Romania. I pazienti aumentano sempre di più e anche la televisione ci cerca. Andiamo in prima serata alle Iene con un servizio che fa record di share: 20 minuti di racconto ironico sul trapianto di capelli in Turchia, dove Aratravel è l’agenzia di riferimento.

Aratravel è cresciuta tanto negli anni e ora ci ritroviamo a gestire direttamente due cliniche “Aramedica”, una a Lecce e l’altra a Istanbul, con migliaia di pazienti soddisfatti che ci prendono come punto di riferimento nel mondo del turismo sanitario, della chirurgia plastica e del trapianto di capelli.

Oggi, quando guardo indietro al quel giorno di undici anni fa, mi rendo conto di quanto sia stato fortunato ad essermi trovato nel posto giusto al momento giusto.

Una storia a lieto fine che spero possa essere solo l’inizio di un progetto ancora più grande dal prefisso ARA, preso in prestito dal mio paese di origine Aradeo ☺

Marcello Martiriggiano